domenica 11 maggio 2014

Ricordi al Tè verde - il mio viaggio in Giappone (parte 2)

Eccoci qui, lo so, sono in estremo ritardo... gomenasai ごめんなさい
In questi giorni non sto realmente vivendo, o forse vivo un po' troppo; non lo so... fatto sta che non ho avuto un attimo di respiro e a questo punto, dato che scrivere mi rilassa molto, ho dovuto costringermi ad uno stop!
Oggi voglio regalarmi un viaggio di sola andata verso i miei ricordi giapponesi forse anche grazie ad un divertente, quanto interessante, video su youtube (lo trovate a fondo pagina).

La seconda tappa del nostro viaggio consiste in:
Visita della città di Osaka: Acquario, Umeda Sky Building, visita al Mandarake, serata a Dotonbori.

Pronti... partenza...
Quella mattina i miei occhi si aprirono in Giappone. Non mi rendevo ancora conto di esserci, di calpestare il suolo che agognavo da tantissimi anni. La cosa che mi stupì da subito fu scoprire il mio animo così calmo, eccitato si, ma non fece mai capolino la solita ansia che mi accompagna quando mi trovo in un posto che non mi appartiene.
La mia prima notte giapponese era trascorsa e tra risa e stupore davanti al famoso wc giapponese (che con il passare dei giorni avrebbe acquisito un mumero considerevole di punti), discorsi filosofeggianti, considerazioni e anime incomprensibili trasmessi in piena notte! L'indomani mattina le poche ore di sonno si fecero sentire e mi costrinsero a fare tutto di corsa, quindi, niente colazione! La giornata era lunga e ricca e dopo aver preso i puntualissimi mezzi giapponesi arrivammo ad Osaka. Ai miei occhi apparve come un paesino tranquillo... peccato che in realtà il "paesino" conti circa 2,7 milioni di abitanti!!! Che provincialotta, pensai...

La prima tappa era L'Acquario Kaiyukan e qui sorse un dubbio amletico... entrare o non entrare? Amavo le creature marine fin dall'infanzia, rinunciare significava non poter vedere da vicino il famoso squalo balena, ma la mia etica prevalse e scelsi di andare a fare un giro nel centro commerciale lì vicino e alcuni della squadra, a cui evidentemente non interessava la vita marina, si unirono a me.
Svoltato un angolo ci rendemmo conto di trovarci di fronte ad un'icona tutta giapponese... "la ruota panoramica" o meglio la "Tempozan Ferris wheel"

Parentesi: se siete appassionati di manga/anime avrete sicuramente notato che c'è sempre un volumetto/puntata dove i protagonisti fanno un giro sulla ruota panoramica! è un MUST!!!



Non potevo non approfittare ma dovetti ammettere che non fu poi così entusiasmante, forse perché era giorno... o perché pensavo allo squalo balena, o al caldo (più probabile) ad ogni modo quando arrivò il momento di scendere non ne feci un dramma.
Il centro commerciale (Tempozan Market Place) si rivelò invece molto più interessante. I negozi giapponesi erano chiassosi, coloratissimi, il personale ipercortese e forse anche un po' appiccicoso.  tutto era pulito, regnava un caos ordinato, sembrava di stare al mercato ma al coperto e i negozi ti omaggiavano con dei gadget anche se non acquistavi nulla. 

Parentesi: in estate la tendenza è rappresentata dai ventagli "prezionissimi compagni" senza i quali forse l'estate giapponese mi avrebbe uccisa. D'inverno invece, si usa regalare dei fazzolettini di carta abbastanza ricercati... mi domando come mai dato che soffiarsi il naso è segno di maleducazione. Misteri giapponesi... eccovi alcuni scatti


Capii ben presto che leggere le etichette giapponesi effettuando la conversione € - yen (si pronuncia EN) non era il mio forte e a confermalo fu l'acquisto di un cappello (in saldo) al modico prezzo di 40 €... peccato però, che fossi convinta di pagarlo 20 €; con il cuore in gola e il portafoglio in lacrime, cercai qualcosa da mettere sotto i denti.
Tra il marasma e cibi di tutti i tipi, la gentilezza dei giapponesi mi venne palesata quando chiesi ad una ristoratrice di prepararmi un'okonomiyaki senza uova. Nessuna esitazione!!! in un giappo-inglese risicato ebbi ciò che avevo chiesto!
Era davvero un posto strano; appiccicato a tanti altri piccoli ristorantini era impossibile capire se facessero tutti parte della stessa struttura o meno.
Tutto era piccolo, misurato; il locale di appena 20/30 mq pareva un nuovo livello di tetris... a farmi perdere la cognizione del tempo e dello spazio fu proprio l'okonomiyaki... il primo... il più buono... un colpo di fulmine insomma.
Restammo nel centro commerciale per tantissimo tempo e ad oggi mi pento di non aver fotografato tutte le stranezze su cui i miei occhi si posarono!
Ne avreste viste davvero delle belle...

Parentesi: non le descrivo perchè sarebbe completamente inutile... certe cose vanno viste




 
 
La seconda tappa del nostro torrido pellegrinaggio giapponese fu L'Umeda Sky Building (梅田スカイビル Umeda Sukai Biru, cioè "grattacielo di Umeda").
Per me  che di architettura ne capisco quanto un gamberetto non fu nulla di particolare, anzi, a tratti mi sembrò un po' troppo kitch e impegnativo... riassunsi il tutto con:" scale, ascensore, ci siamo persi, scale, ascensore, ascensore, ascensore, terrazza kitch, terrazza vera e proprio... ahhhh freschino..."
Forse la ricompensa maggiore fu proprio il venticello fresco che ci accolse al nostro arrivo sul "cucuzzolo" del grattacielo... ma a parte questa mia personalissima visione, scoprii che fu costruito da Hiroshi Hara ed era composto da due torri gemelle (40 piani) collegate tra loro nei due piani più alti; questi ultimi due piani ospitano la struttura chiamata Floating Garden Observatory. La struttura ospitava anche ristoranti, cinema multisala e un teatro. A me rimase impressa molto di più la fila che c'era al piano terra per entrare in una microscopica casa dell'orrore, che nulla aveva a che fare con il palazzo... valli a capire sti giapponesi!





Da qui partì il viaggio della speranza di ogni Otaku (termine che indica appassionati/ossessionati dagli anime, manga e prodotti correlati) partimmo alla volta del MANDARAKE... ammetto che fino a quel momento non sapevo nemmeno della sua esistenza!!! ma mi vergognai di farne parola... TUTTI aspettavano con ansia quest'evento tranne me... per una volta scelsi di non mostrare il mio essere "pecora nera".
Attendendo dei ritardatari mi ritrovai con dei compagni davanti agli onnipresenti distributori di bevande e feci la scoperta della bibita che più di tutte mi ricorda quei giorni... divenne una droga... e io bevo raramente bevande gasate! ... La Fanta Grape!!! è la cosa più buona del mondo se sei in Giappone, se stai lentamente disidratandoti e se hai carenza di zuccheri!!
Trangugiata avidamente la suddetta bevanda  mi inoltrai in quel microcosmo chiamato Mandarake, ignorando completamente che si trattasse di una catena di negozi (ben 11) sparsi qua e là e sviluppati su più piani (in questo caso 4).
Persi completamente la cognizione del tempo, era un paradiso fatto di manga di tutti i generi (datati e recenti, nuovi e usati), di anime, di art book (andai subito alla ricerca di quelli di Miyazaki), di action figure (alcune anche moooolto inqiuetanti), di costumi per cosplay, etc etc etc... Rubai qualche scatto ma subito un inserviente mi fece notare che non era possibile fare foto... chiaramente me lo disse in giapponese ma vi assicuro che la sua espressione severa valse più di mille parole... mi sentii davvero in colpa...

a mia discolpa posso dire di non aver visto il cartello?









Arrivò in men che non si dica l'orario di chiusura e ci avviammo tutti a Dotonbori... e in quel momento non capii esattamente cosa e dove fosse... ci volle poco per rendermene conto; inghiottita da un fiume di persone, voci, parole incomprensibili, urla al megafono, insegne luminose e rumorose, odori (per me puzze) di tutti i tipi... eravamo nella via più famosa di Osaka! nel quartiere del distretto Namba più popolare tra i turisti!
La via costeggiava il canale illuminato a giorno dalle lanterne, il battello trasistava smuovendo le acque verdi, tutto era animato, vivo, ricco. Le prepontenti insegne catturarono la mia attenzione costringendomi a stare con il naso all'insù per la maggior parte del tempo, per fortuna Claudio mi teneva per mano e lo seguivo senza timore, tra occhi estranei ma gentili.
Forse intimiditi dalla ricchezza di piatti proposti e dalla folla spropositata ( e dalle file)  finimmo comunque con il mangiare qualcosa di pronto comprato in un kombini (quanto li ho amati). Un piccolissimo onigiri con fagioli azuki, mangiato mano nella mano con Claudio, seduti su un muretto, preoccupandoci di non sporcare e di riporre tutto nel sacchetto di plastica. Una passeggiata tra le minuscole vie, l'incontro con un piccolo tempietto tra i palazzoni e una birreria Irish; il Giappone sa stupirti in pochi metri e questi sono i ricordi più dolci che conservo di quella serata...
















http://www.youtube.com/watch?v=EcRlranjJRk

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